martedì 5 luglio 2016

Nido delle Meraviglie






Il Nido Famiglia “IL NIDO DELLE MERAVIGLIE”  è un servizio educativo volto a favorire la crescita, l’apprendimento, lo sviluppo psico-fisico ed emotivo-affettivo dei bambini dai 3 mesi ai 36 mesi di vita, offrendo stimoli e opportunità che consentano la costruzione dell’identità, dell’autonomia e dell’interazione con altri bambini ed adulti. La giornata viene organizzata tenendo presenti i ritmi ed i tempi dei bambini e delle bambine ed integra momenti di vita quotidiana legati soprattutto al soddisfacimento di bisogni primari (l’alimentazione, il riposo, la sicurezza, la pulizia) a momenti di gioco libero ed organizzato, laboratori, sperimentazioni e situazioni che implicano la partecipazione dei genitori.

Gli obiettivi del nostro nido sono riferibili a due ambiti:

lo sviluppo psico-fisico, sociale e crescita del bambino;

il sostegno alla genitorialità.

In relazione allo sviluppo del bambino, compito del nido è:

ü  predisporre un contesto di formazione adeguato allo sviluppo delle sue potenzialità cognitive e affettive;
ü  offrire occasioni di relazione con i pari e con gli adulti per lo sviluppo delle sue potenzialità sociali;
ü  favorire e sostenere la progressiva differenziazione e il consolidamento dell’identità individuale;
ü  far acquisire al bambino un progressivo senso di sicurezza;
ü  far acquisire al bambino un progressivo senso di competenza;
ü  far vivere al bambino esperienze volte alla formazione e al consolidamento dell’autonomia;
ü  facilitare al bambino la comprensione, l’acquisizione e l’interiorizzazione delle regole sociali.

Gli obiettivi finalizzati al sostegno del ruolo genitoriale sono:

consentire alle famiglie modalità di cura dei figli in un contesto esterno a quello familiare;
appositamente progettato e predisposto da operatori con specifiche competenze professionali;
favorire occasioni di scambio e di confronto con gli operatori del nido;
favorire occasioni di scambio e di confronto con gli altri genitori sostenere le famiglie nei compiti di crescita e di cura dei figli. Il raggiungimento di tali obiettivi è possibile grazie ad una attenta programmazione


Nido Famiglia: caratteristiche

Il nido famiglia è una nuova struttura educativa alternativa alle strutture convenzionali come gli asili nidi volto a favorire la crescita dei bambini dai 0 mesi ai 36 mesi di vita, offrendo stimoli e opportunità che consentano la costruzione dell’identità, dell’autonomia e dell’interazione con altri bambini ed adulti. Il nido familiare e la professione di Tagesmutter, va a potenziare i servizi per l’infanzia e offre una valida alternativa alle strutture presenti. Molti sono i vantaggi degli asili familiari:

-       la personalizzazione del servizio nel rispetto delle scelte educative della famiglia;
-       costi inferiori rispetto ad altre strutture per l’infanzia
-       l’accoglienza e la cura di bambini in un ambiente familiare;
-       una figura di riferimento stabile per il bambino e per la famiglia utente;
-       l ’inserimento del bambino in un piccolo gruppo favorendo il rispetto dei suoi tempi di
-       sviluppo;
-       la flessibilità d’orario del servizio, concordato secondo le esigenze della famiglia, nel pieno
-       rispetto dei tempi e delle esigenze del bambino;
-       alti standard qualitativi sia ambientali che educativi
-       gestione, educazione e cura del bambino più attenta per il basso numero di bambini possibili in gestione

Il nido è organizzato per gruppi di bambini di età omogenea. Le educatrici svolgono le attività educative programmate diverse per ogni gruppo per stimolare l’interesse dei bambini e/o per migliorarne le capacità individuali e di relazione.

Sono presenti tre gruppi di bambini:

a) lattanti (da 3 mesi a 12 mesi),
b) semidivezzi (da 13 mesi a 24 mesi)
c) divezzi (da 25 mesi a 36 mesi).


Gli spazi “Ludici e educativi” sono suddivisi in angoli pensati in base all’età del bambino e così denominati:

-        Angolo morbido
-        Angolo lettura
-        Angolo attività
-        Angolo cucina
-        Angolo travestimenti
-        Angolo gioco
-        l’angolo delle scoperta
-        l’angolo “casetta”
-        l’angolo musicale
-        l’angolo della bambola
l’angolo Psicomotricità







lunedì 4 luglio 2016

I Giochi del Nido delle meraviglie


 Il gioco è la principale fonte di apprendimento del bambino; attraverso le varie attività egli sviluppa le proprie conoscenze a livello cognitivo e psicomotorio. Il gioco è anche un mezzo per facilitare e consolidare il rapporto affettivo con l’educatrice. Per riuscire in questo intento i bambini verranno suddivisi in piccoli gruppi in modo da facilitare la nascita della relazione empatica tra l’ adulto e il bambino cercando di
privilegiare sempre più il rapporto individualizzato. La modalità di gioco proposte saranno diverse in relazione alle varie esigenze dei piccoli. Verranno proposti giochi nei quali l’educatrice sarà complice e partecipe nel suo piccolo gruppo; sono giochi legati soprattutto allo sviluppo della fantasia e nell’immaginazione che nel bambino,secondo noi ,devono essere alimentate quotidianamente affinché
permangono nel bambino di domani.






Al bambino va data la possibilità di essere “creativo” anche senza l’ausilio dei giochi strutturati.
Nella proposta delle varie attività teniamo presente le reali capacità di apprendimento del bambino in modo da presentargli dei giochi adeguati alla sua età , affinché non si annoino e non si sentono frustrati. Inoltre
diamo la giusta importanza al rispetto dell’egocentrismo del piccolo organizzando alcuni giochi strutturati nei quali ogni bambino dispone del proprio materiale.

Ogni attività è sempre svolta in ambiente sereno e tranquillo nel quale l’educatrice ha un comportamento disponibile ed affettuoso con un tono della voce pacato e coinvolgente.







IL GIOCO DI MANIPOLAZIONE

La mano ha un ruolo importante nella crescita, in quanto è un organo collegato alla psiche, che permette una conoscenza diretta del mondo, procurando sensazioni più o meno piacevoli. Nelle attività di manipolazione vengono usati materiali diversi come creta, farina, sabbia, granaglie, acqua, carta, stoffa, colla, ecc. tramite i quali il bimbo inventa, crea e costruisce, esprimendo e liberando tensioni, conflitti ed impulsi aggressivi. Azioni come impastare, rovesciare, spalmare, schiacciare, spezzettare lo aiutano in quanto l’atto aggressivo
non è mai distruttivo e definitivo: la materia, infatti, si può riparare e recuperare, trasformando il gioco in un atto creativo.

IL GIOCO SIMBOLICO

Per gioco simbolico s’intende l’attività ludica del “far finta di…”; comincia attorno ai dodici/ quindici mesi e va fino ai cinque anni, trasformandosi in un gioco con oggetti. Nel gioco infantile gli apprendimenti non sono mai separati ma piuttosto compresenti; nel gioco simbolico, ad esempio, ritroviamo competenze
diversificate: allo sviluppo affettivo ed emotivo alla rappresentazione mentale dei ruoli, dalla capacità manuale al linguaggio ed al ragionamento. Il gioco simbolico si manifesta quando il bimbo è in grado di interiorizzare il mondo e di rappresentarlo attraverso strumenti cognitivi, come la memoria ed il ricordo. Si sviluppa su tre livelli successivi:

- imitativo
- trasformativi dell’oggetto
- di ruolo


IL GIOCO DEL “CESTINO DEI TESORI”   (di Elionor Goldschmied)

Il cestino dei tesori viene proposto verso i sette / otto mesi, età in cui nasce il bisogno di una grande varietà di oggetti per stimolare lo sviluppo dei sensi:

- il tatto : consistenza, forma,peso
- l’ olfatto : varietà di odori
- il gusto : ambito più limitato, ma possibile
- l’ udito : squilli, tintinnii, scoppiettii, scricchiolii
- la vista : colore, forma, lunghezza, lucentezza
- la sensazione del corpo in movimento

Oggetti contenuti nel cestino dei tesori sono :

- oggetti naturali : come pigne, castagne, conchiglie ecc…..
- oggetti di materiale naturali : anello di osso, palla di lana, pennello da barba ecc…
- oggetti di legno : mollette da bucato, cucchiaio, portauovo ecc….
- oggetti di metallo : mazzo di chiavi, formine per dolci, catenelle bigiotteria ecc….
- oggetti in pelle, tessuto, gomma, pelo : palla da golf , sacchetti di tessuto con lavanda, timo, ben cuciti .

Il cestino dei tesori è un modo pratico di raccogliere oggetti e renderli utilizzabili per il bambino che stanno seduti. Vengono messi in evidenza due punti chiave :

- gli oggetti sono fatti dei materiali più diversi ma non di plastica ;
- il ruolo dell’ adulto è di dare sicurezza attraverso la sua presenza attenta, ma non intrusiva.

Questo gioco può essere proposto settimanalmente, inserendo oggetti nuovi e modificando il contenuto del cesto, dando al bambino la possibilità di approcciarsi a vari tipologie di materiali differenti per forme, varietà, consistenza, ecc

IL GIOCO EURISTICO (di Elionor Goldschmied)

Il gioco euristico è la continuità del Cestino dei tesori. Viene proposto per i bambini dai dodici mesi fino ai ventidue mesi di età. I materiali offerti ai bambini, durante il gioco euristico, non sono oggetti di plastica comunemente venduti come giocattoli, ma una scelta di oggetti di cartone pesante; materiale di uso comune come bigodini, nastri o catenelle; oppure una tipologia di oggetti che si trovano nel mondo reale dell’adulto. Questi oggetti sono di varia natura infatti essi possono essere raccolti nel mondo naturale, come conchiglie, pigne, ect…; o riciclate fatti di cartone pesante, come coperchi, tubi, che i bambini scelgono di utilizzare per riempire, vuotare, infilare e selezionare. Si osserva una grande varietà dei modi di scartare, riconoscendo le differenze e le somiglianze: sovrapporre, mettere in sequenza, paragonare una cosa all’altra e così via.

Qualche volta ha successo nel loro scopo, qualche volta no, però imparano ad ogni situazione a conoscere la natura dell’ oggetto ed il comportamento dello stesso nello spazio. Questi oggetti e molti altri offrono ai bambini l’opportunità di sperimentare infiniti modi di giocare e di organizzare tale materiale senza schemi prefissati dall’adulto. Si organizzano un numero dei sacchi con vari tipi di materiale in rapporto al numero dei bambini con almeno tre recipienti per ognuno di loro e si predispone il materiale raggruppandolo in punti vari di un tappeto di moquette, con abbondante materiale e ben spaziato. Questa attività è autodiretta: non richiede pertanto l’ incoraggiamento o la lode dell’adulto nell’attività dei bambini. Di conseguenza il ruolo dell’educatrice/tore è quello di rimanere in disparte tranquillamente, attenta ma distaccata; ogni tanto ricomporrà il materiale senza sconcertare il bambino.

Questa attività può durare fino 45 minuti. Un terzo del tempo è destinato alla raccolta ed al riordino del materiale. Il tempo del riordino ha la stessa importanza del gioco; infatti può considerarsi come l’estensione dell’attività stessa. Il riordino è fatto con molta cautela, invitando con i gesti il bambino a mettere via gli oggetti richiesti, nel sacco tenuto aperto dall’adulto, questi risponderà con un “grazie“. Stimola le abilità cognitive e nascono i primi concetti logici (es. dentro-fuori, aperto-chiuso, sopra-sotto, pieno-vuoto, ecc)

Le finalità sono:

ü incoraggiare la scoperta dei nuovi elementi presentati

ü  favorire una maggiore concentrazione

ü  condurre il bambino alla concezione e alla concretizzazione del rapporto causa- effetto;

ü  creare tranquillità nel bambino.



Quindi la differenza tra il gioco del “cesto dei tesori” e il gioco “euristico” sta nel fatto che nel primo il bambino si domanda “che cosa è questo?“, mentre nel secondo si chiede “che cosa posso fare con questo?“.

Progetti didattici del Nido delle meraviglie



PROGETTO: ALLA SCOPERTA DELLE STAGIONI

Il progetto didattico dedicato alle stagioni presenta gli strumenti per accompagnare i
bambini alla scoperta dei cambiamenti della natura. L’osservazione di questi cambiamenti dà ai bambini la possibilità di rapportarsi alla realtà ambientale e naturale e di poter raccontare ed esprimere a modo loro il
trascorrere del tempo. L’ambiente naturale può diventare un’inesauribile fonte di esperienze educative e i bambini potranno individuare relazioni spazio temporali, comprendere termini relativi a semplici concetti fisici, comunicare, le sensazioni e le esperienze vissute all’esterno.

TEMPI E MODALITA’ DI ATTUAZIONE:

Il progetto verrà attuato dal mese di Ottobre fino al mese di Giugno. I bambini saranno accompagnati in un percorso ricco di esperienze sensoriali e diversificate: dal gioco libero, alla sperimentazione di diverse tecniche pittoriche ed espressive, alla ricerca delle emozioni suscitate dall’ambiente. Sperimentando la
manipolazione, l’osservazione, l’esplorazione e l’esercizio di semplici attività manuali e costruttive si intende promuovere la coordinazione oculo-manuale e lo sviluppo della fantasia creativa fino a giungere al piacere dell’invenzione: l’esperienza visiva e manuale avvicinerà il bambino a diversi linguaggi espressivi affinandone le capacità di osservazione e creazione.

La fagiolina Gina ci aiuterà a raccontare l’autunno e le altre stagioni, la seguiremo quando cambierà colore e cadrà dall’albero, quando si addormenterà sotto la neve e poi si sveglierà in mezzo a nuove foglie verdi e nidi di uccellini e vedrà nascere nuovi frutti colorati sui rami dell’albero. Per aiutare i bambini a ricordare il succedersi delle stagioni e i cambiamenti che ci saranno, realizzeremo tre o quattro alberi piccoli che rimarranno alle pareti dell’aula tutto l’anno con caratteristiche stagionali, o un grande albero che cambierà con il passare dei mesi.

PROGETTO: “LA NUVOLA OLGA”

PREMESSA

Il bambino e l’adulto sono soggetti che s’ incontrano, interagendo in un ambiente che ha una sua organizzazione spazio-temporale, in questa organizzazione il bambino riesce a collocare in posizione
centrale il far finta e la drammatizzazione. Il “far finta di” permette al bambino di esercitare e sviluppare una
serie complessa di capacità e potenzialità su vari livelli:

• cognitivo,
• linguistico-sociale
• affettivo.

A tal proposito desideriamo tessere un progetto che possa conciliare questi obiettivi con il lavorare sul tema delle quattro stagioni, sulla lettura, sull’ascolto, sulla rielaborazione della storia della “Nuvola Olga” di Francesco Autan. Perciò durante tutto il corso dell’anno i bambini, aiutati dalle educatrici realizzeranno
delle scatole narrative contenti i personaggi della storia sopra citata (anch’essi realizzati
dai bambini attraverso laboratori di diverso tipo). Con la storia della Nuvola Olga i bambini andranno a lavorare sulle seguenti aree di sviluppo:

· area grafico-pittorica
• area plastico manipolativa
• area psico-motoria
• area cognitiva

L’intento è quello di lavorare sulla lettura di varie storie che riguardano la Nuvola Olga collocata in contesti diversi e stagioni diverse, in modo da stimolare i bambini nella conoscenza di più aspetti della vita contemporaneamente

La nuvola Olga durante questi mesi incontra e interagisce con le stagioni, le quali a loro volta si trasformeranno in personaggi che daranno spunti per la trasformazione dell’ambiente che ci circonda, proprio perché l’esperienza educativa è il prodotto dell’interazione bambino-ambiente-adulto.

TEMPI E MODALITA’ DI ATTUAZIONE

Dal mese di Ottobre fino a Giugno le attività che verranno proposte ai bambini avranno come fine quello di sviluppare sia singolarmente, che parallelamente e su più livelli.

ATTIVITA’ SVOLTE

Desideriamo creare un contesto narrativo: la nuvola Olga fa visita ai bambini e diventa il personaggio/narratore di più storie illustrate, la sagoma di cartone diverrà presenza fissa nella sezione.
Immaginiamo di operare delle modificazioni dello spazio circostante con costruzione di scenografie d’ambiente diverse al susseguirsi delle stagioni; vorremmo narrare la storia almeno due volte alla settimana con l’ausilio delle illustrazioni e della drammatizzazione di alcune scene e raccogliere poi la documentazione di materiale e di immagini fotografiche.

OBIETTIVI

• Capacità di orientamento all’interno delle routine del nido.
• Acquisizione di un atteggiamento “costruttivo” nei confronti del mondo circostante.
• Costruzione di una “memoria” collettiva.
• Acquisire di una progressiva consapevolezza del sé e la capacità di esprimersi. simbolicamente attraverso il linguaggio gestuale, verbale e grafico-pittorico.
• Arricchimento personale di competenze.

PROGETTO: FACCIAMO UN PICCOLO ORTO

PREMESSA

Scegliere un percorso di educazione ambientale con bimbe e bimbi piccoli pensiamo che permetta di stimolare i bambini all’osservazione particolare della natura (tronchi, erbe aromatica, foglie ecc) di sviluppare in loro la curiosità e la consapevolezza che la natura deve essere rispettata. Esplorare divertendosi può essere il primo passo per conoscere la natura con curiosità e rispetto, toccandola con le mani e ascoltandola a orecchie ben aperte.

L’esperienza di giardinaggio, con l’attività di semina e con la manipolazione della terra, scaturisce nei bambini interesse verso ciò che la terra può contenere e che nella terra può trovare nutrimento.
Nel vedere una pianta che germoglia o un fiore che sboccia i bambini hanno l’opportunità di vivere un’esperienza legata al divenire e alla trasformazione delle cose viventi.

TEMPI E MODALITA’ DI ATTUAZIONE

Il progetto verrà attuato dal mese di Marzo a Maggio. In questo percorso i bambini sono accompagnati, in un cammino, dove l’azione, la cura e l’attesa sono aspetti importanti da valorizzare. Dopo la conoscenza della terra: odore, sapore, consistenza le sensazioni tattili che essa ci dona, in un secondo momento, al suo utilizzo, travasandola, invasandola, seminandola, rendendola materiale vivo. Il seme deve essere innaffiato ed accudito e atteso con pazienza.

ATTIVITA’

• Manipolazione della terra,
• Travasi, semina,
• Attesa del piccolo bocciolo,
• Cura della piantina,
• Conoscenza degli animaletti che popolano l’orto.

OBIETTIVI

• Conoscere gli alimenti e gli oggetti necessari alla semina,
• Scoprire i mutamenti della terra.

PROGETTO: PSICOMOTRICITA’

PREMESSA

La pratica psicomotoria è un itinerario di maturazione proposto ai bambini al fine di favorire lo sviluppo del pensiero e della personalità. Lo psicomotricista, conduttore della seduta, fornisce un nutrimento emotivo attraverso un comunicazione autentica, l’ascolto empatico, l’interesse e il piacere di condividere con il
bambino il gioco. Provvede a strutturare l’ambiente delimitando gli spazi e distribuendo materiali, al fine di consentire ai bambini di sperimentare il proprio corpo, di vivere la propria espressività psicomotoria in un ambito protetto e stimolante. Inoltre, la psicomotricista favorisce il passaggio dal gioco spontaneo ad un gioco sempre più definito ed organizzato, legato ai bisogni del gruppo e a quelli del singolo bambino.

OBIETTIVI

1. Favorire uno spazio di espressione, comunicazione, gioco e benessere relazionale, promuovendo l’investimento del piacere di muoversi, di fare esperienze con il proprio corpo, di vivere bene nella propria pelle;
2. maturare la propria identità corporea e l’organizzazione del pensiero;
3. maturare sicurezza e fiducia in sé stessi e sviluppare capacità espressive e comunicative;
4. vivere e comunicare i propri stati affettivi ed emotivi;
5. condividere il senso di un gioco con un adulto con un compagno.

METODOLOGIA

La psicomotricità è uno strumento per ascoltare, accompagnare il bambino nel suo cammino di crescita.
La pratica psicomotoria aiuta il bambino nello sviluppo della sua personalità, a maturare la sicurezza di sé, a conquistare l’autonomia, a sviluppare le capacità intellettive ed a interagire positivamente con gli altri.
I bambini giocano tre situazioni fondamentali per la crescita che sono:

• il piacere condiviso del gioco senso motorio: salire, scivolare, arrampicarsi, saltare, cadere da.. ecc.
• la presenza e l’assenza, la separazione e il ritrovamento: apparire e sparire, nascondere, allontanare e riavvicinare, dormire e svegliarsi, entrare ed uscire.
• L’unità del corpo: cadere e rialzarsi, smontare e rimontare, disperdere e ambiente riunire, distruggere e ricostruire
• L’affermazione di sé: avere il permesso di buttare giù le torri, salire più in alto, correre più forte, lanciare più in alto ecc.



TEMPI DI REALIZZAZIONE

Gli incontri per i bambini sono 10 della durata di 1 ora alla settimana; i gruppi sono composti a un massimo di 12 bambini. Il progetto partirà a Settembre e terminerà a Novembre.


PROGETTO: “ALIMENTARSI”  - Percorso di educazione alimentare

PREMESSA

Il cibo è veicolo della relazione madre e figlio e assume fin dai primissimi istanti di vita  una notevole importanza per quanto riguarda lo sviluppo fisico, psicologico e sociale della persona. Attraverso i nutrirsi e l’alimentarsi, infatti, si sviluppano le basi psicologiche dell’identità e della personalità, poiché la soddisfazione del bisogno permette la crescita e l’inizio dello scambio con l' ambiente esterno.

OBIETTIVI

• Avvicinare i bimbi ad alimenti che dovrebbero essere alla base della loro alimentazione (latte, frutta e verdura), stimolando la loro fantasia e il consumo dei suddetti alimenti.

• Sensibilizzare la famiglia ad una corretta alimentazione e una corretta alimentazione e comportamenti nel rapporto dei bimbi con il cibo.
• Analizzare i correlati emotivi del cibo e individuare strategie per una corretta educazione alimentare promuovendo il benessere fisico.
• Far conoscere al bambino alcuni tipi di frutta e verdura, farli giocare con diverse consistenze e diversi colori.
• Fornire alla famiglia principi di sana alimentazione.
• Come sostenere un rapporto sano con il cibo.

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’

Si prevede un percorso educativo di 6 incontri da un’ora e mezza ciascuno, fatto di esperienze in cui il bambino è protagonista attivo nella sua dimensione cognitiva,  corporea, emotiva e relazionale. Gli incontri si articoleranno in:

• Introduzione al percorso, lettura di una storia sugli alimenti,
• La mela magica: trasformiamo la mela in diverse consistenze,
• Il sole golosone: creiamo un solo con ananas,
• La casa dei fagiolini: disegnamo una casa con la verdura,
• Il pagliaccio di verdura: creiamo la faccia di un pagliaccio con carote grattugiate olive e pomodori,
• Lino il pesciolino: impastiamo e modelliamo un pesciolino di patate e tonno,
• Realizzazione del diario di viaggio: per ogni partecipante si crea un diario ricordo con il ricordo della foto dell’elaborato, del bimbo stesso e delle emozioni vissute,
• Cuciniamo in famiglia: durante la festa di fine anno preparazione insieme ai bambini, mamma e papà uno spuntino dolce o salato
• 2 incontri con la famiglia

METODOLOGIA E TEMPI DI ATTUAZIONE


Per i bimbi: manipolazione cibo, utilizzo dei sensi, in particolare la vista e il tatto. Per le famiglie: lezione frontale e condivisione finale. Il progetto si articolerà in 9 incontri da Marzo a Maggio.

Momenti di cura nel nido



Le “routine” ricoprono un ruolo fondamentale nella giornata educativa e non devono essere separate da tutte le altre attività nel nido. Il pranzo, il riposo ed il cambio rappresentano, infatti, non semplici cure “assistenziali”, bensì momenti altamente educativi, poiché consentono una conoscenza reciproca tra bambino e adulto ed aprono ad un ambito privilegiato d’interazioni interpersonali: il bambino partecipa attivamente e sviluppa efficacemente intenzionalità comunicativa e strategie cognitive.


IL PRANZO E IL MENU DEL NIDO



L’alimentazione riveste un ruolo importante nella vita di ognuno e sicuramente deve essere particolarmente curata quando si rivolge ai bambini piccoli come quelli del Nido d’Infanzia. La cura che gli operatori rivolgono al pasto, momento integrato a pieno titolo nelle attività educative, è diretta non solo agli aspetti nutrizionali e di educazione alimentare ma anche a quelli affettive relazionali che esso riveste.
Allo stesso modo i menù proposti tengono conto, in ordine alla presentazione ed al colore degli alimenti, di conciliare pasti gradevoli, che stimolino la voglia di mangiare e gustare con piacere ed invoglino a scoprire nuovi sapori, con una certa gradualità secondo la capacità dei bambini. L’alimentazione particolarmente curata, prevede una dieta bilanciata e varia che tiene conto della stagionalità e delle capacità digestive di ciascun bambino. Il bambino consuma il pranzo non prima del terzo-quarto giorno.

Il momento del pranzo è un momento particolare della giornata che deve essere tranquillo per il bambino e per l’educatore, senza dimenticare che è anche un momento di apprendimento. Affinché questo avvenga è opportuno che ci sia la compresenza delle educatrici, in modo che ognuna possa occuparsi del proprio gruppo. Perciò ogni educatrice avrà il suo carrellino con tutto l’occorrente in modo da evitare il continuo alzarsi dal proprio tavolo evitando, quindi, di creare disturbo ai bambini; una volta che tutto sarà pronto ogni educatrice farà accomodare al tavolo i bambini, di cui è responsabile. Durante il pranzo quest’ultimi dovranno avere a disposizione il bicchiere dell’acqua. L’ambiente riservato alla pappa è importante che sia ben organizzato in maniera familiare e piacevole così da infondere sicurezza e serenità. A questo proposito l’educatrice deve essere pronta a cogliere l’esigenze di ogni singolo bambino, rispettando i suoi tempi, i suoi gusti e le sue abitudini, infatti deve essere rispettato in quanto persona.

Il menù standard, vidimato dall’Asl di Rieti, risponde ai bisogni nutrizionali ed energetici dei bimbi appartenenti a questa fascia d’età. È suddiviso su quattro settimane sia per quello estivo (utilizzato dal mese di aprile al mese di settembre), sia per quello invernale (utilizzato dal mese di ottobre al mese di
marzo) e suddiviso per fasce d’età (6-12 mesi e 12-36 mesi). Ogni richiesta di variazione e/o integrazione va sempre approvata dall’Azienda Sanitaria. I piatti proposti sono poco elaborati, con ricette semplici ma gustose; i pasti sono preparati all’interno del Nido dalle stesse operatrici, con cotture al vapore, al forno e
al cartoccio. Tutti i cibi somministrati sono freschi di giornata, una particolare cura è riservata alla qualità della materia utilizzata.


IL CAMBIO

Il momento del cambio è un’occasione per poter instaurare un rapporto più stretto ed intimo con il bambino, coccolandolo, rassicurandolo ed aiutarlo nel processo di autonomia. Le educatrici si recheranno in bagno a turno con il proprio gruppo di riferimento. Ogni piccolo ha diritto ad aver un “tempo”dedicato a lui
solamente dove la fretta e la routine non devono avere il sopravvento.Un modo positivo per affrontare questo momento della giornata e di procurarsi una scaletta con due gradini ed invitare il bambino a salire da
solo sul fasciatolo. Nel terzo anno una sedia per l’adulto messa in bagno faciliterà l’ educatrice in questo compito divenendo un punto di riferimento per l’autonomia dei piccoli.

IL SONNO



Il sonno è un momento particolare per il bambino al Nido, in quanto si differenzia per durata e abitudini: egli ricerca l’atmosfera familiare. Anche per il sonno ci sono delle sequenze e dei rituali. Il bambino si ferma a dormire non prima della seconda settimana, quando è possibile anche durante la terza settimana. Le educatrici si dispongono accanto ai bambini per il rituale delle coccole. I tempi lunghi, i rituali, gli oggetti transizionali, l’illuminazione nella fase dell’addormentarsi rivestono una notevole importanza poiché questo momento viene vissuto (come il cambio) come un colloquio a due, fatto di gesti e parole che sottolineano l’accettazione reciproca ed aiutano il bambino ad addormentarsi con serena fiducia nelle mani di una persona amica. Man mano che il rapporto  affettivo si rafforza il bambino riesce a trovare un equilibrio maggiore tra sonno e veglia. Anche al risveglio è necessario prestare particolare attenzione,
rispettando i tempi di ciascun bambino:

• parlare con tono basso;
• utilizzare luci soffuse;
• suonare musiche dolci;
• muoversi con calma e senza fretta per favorire il passaggio dal mondo del sonno a quello del reale;

IL RICONGIUNGIMENTO

Il ricongiungimento è, come l’accoglienza, una cornice all’intero impianto educativo, che si compone di tutti i singoli momenti della giornata
educativa, i quali, privati del fondamento della progettualità, diventerebbero irrilevanti. Il ricongiungimento, insieme all’accoglienza, delimita il tempo della giornata all’interno del nido: infatti il primo rappresenta il momento in cui il bambino si ricongiunge al genitore, viceversa il secondo è il momento durante il quale il figlio si separa dai genitori. Quindi la rilevanza di questa circostanza è evidente e non deve essere vissuta dal servizio come semplice momento di entrata e di uscita dalla struttura. Per facilitare il ricongiungimento, come pure l’accoglienza, vengono attuati alcuni accorgimenti:

üè predisposto un ambiente appositamente dedicato, un luogo tranquillo, arredato con uno stile soft, in modo che ricordi più una casa che non un ambiente istituzionale;

ü  sono state previste entrate e uscita scaglionate per evitare confusione, per  consentire al personale educativo di dedicare più tempo ad ogni bambino e per facilitare comunicazioni individualizzate con i genitori;

ü  preparare i bambini al momento del ricongiungimento avvertendoli in anticipo dell’arrivo dei genitori;